Nino Crimi

Nino Crimi1929. Il 30 agosto nasce a Giammoro (Pace del Mela), sul versante tirrenico della provincia di Messina. Trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Messina nella casa del “quartiere lombardo”. Frequenta le scuole private del “Don Bosco” e dei “Salesiani” fino allo scoppio della guerra.

Le sue estati le trascorre a Giammoro, nella casa di campagna circondata da vigneti ed alberi di pesco; immagini rievocate specialmente nella raccolta L’ombra del gelso grande.

1947. Conseguita la maturità classica al liceo “Lafarina” si iscrive prima alla facoltà di Medicina, presto abbandonata, e poi a quella di Lettere. Attratto sempre di più dagli studi letterari segue le lezioni di Giacomo Debenedetti.

1953. Si trasferisce a Firenze, ospite nello studio di un pittore e frequenta gli amici messinesi Giuseppe e Guido D’Anna che, nel capoluogo toscano avevano trasferito la loro attività editoriale. Vi incontra Rosai, Bilenchi, altri attardati frequentatori delle “gloriose” giubberosse, del vecchio caffè Paszkowski.

1954. Primo soggiorno a Parigi. Viene a contatto con l’ambiente culturale di Parma. Conosce Roberto Roversi e Mario Colombi Guidotti. A Parma pubblica la sua prima silloge “Libero-dici-…”edito dalla collezione letteraria “Il Raccoglitore” diretto da Squarcia, Colombi-Guidotti e Macrì.

1955. Pubblica con l’editore Sciascia di Caltanissetta “Del corpo e di un sorriso”. Nel 1957 “Il canto delle tuniche” edito da Rebellato, Padova.

1969. Acquista una piccola casa in Valpadana, a Crotta d’Adda, vicino Cremona. La scopre visitando spesso amici, messinesi e non, che vi risiedono e nei sempre più frequenti soggiorni milanesi. E’ da Crotta d’Adda che intrapende spesso ritorni a Parigi e viaggi verso Praga.

1976. E’ l’anno di “Un volo migratorio”, pubblicato a Firenze dalla casa editrice G. D’Anna.

1978. Sposa Angelica Milio. L’anno seguente nasce la loro figli Elvira.

1979-1987. Continua a risiedere a Messina, alternando soggiorno invernali in Valpadana ed estivi tra le isole Eolie – Panarea e in particolare Stromboli – e una campagna sui Nebrodi, vicino a Naso.

1988. In autunno si trasferisce con la famiglia a Milano.

1993. Versione in italiano di poesie dialettali dell’amico cremonese Gianamleto Feraboli, raccolte sotto il titolo “A Piarda” edite da “Il Girasole”, Valverde.

1955. Pubblica la silloge “I pensieri mobili” edita da Pendragon, Bologna. La prefazione è di Roberto Roversi.

1996. Si manifestano i primi segni della malattia.

1997. In gennaio torna a Messina e scrive ancora una raccolta di versi nei quali traspare a tratti la coscienza della prossima fine. Muore il 26 settembre in un ospedale di quella città.