I Benedettini e Trinisi

Il Feudo di Trinisi era di proprietà della famiglia Bonifacio, che ne era venuta in possesso probabilmente al tempo degli Svevi e forse anche dei Normanni (ma non si potè stabilirlo con precisione). Successivamente due terzi del feudo passarono per disposizione testamentaria ai Benedettini di S. Placido di Calonerò, e il rimanente all’ospedale S. Leonardo, fino a quando venne emanata da Alfonso d’Aragona, una nuova regia Costituzione con la quale venne proibito che la Chiesa e altri enti Ecclesiastici fossero destinatari di beni feudali.

Nel 1423 il feudo passò così ad un certo Giovanni Bonfiglio e ai suoi discendenti diretti. Pochi anni dopo, tuttavia, nel 1435,i Benedettini riuscirono a riottenere il feudo da Re Alfonso, mediante uno speciale Privilegio, fatta eccezione per un breve tratto di terra litoranea , per il cui sfruttamento i Benedettini versavano al pubblico erario, un tributo annuo; tale tratto di terreno, venne riservato al regio Demanio probabilmente per mantenere ai Bonfiglio il titolo e i diritti feudali per quanto ridotti alla gabella sul vino. Seguì un lungo strascico di non poche liti e controversie che i Benedettini ebbero tra l’altro con l’Ospedale S. Leonardo che si sentiva depredato dei suoi diritti sulla terza parte del feudo.

Quando i Benedettini ne presero possesso, il feudo aveva vari agglomerati urbani, sia nella parte marittima, sia, più consistenti, nella parte più a monte, nucleo quest’ultimo, che con l’andare del tempo, venne designato con il nome di Pace. Il feudo veniva chiamato oltre che Trinisi anche Trisino, ma non sappiamo quale dei due nomi è il più antico.

Il termine “Trinisi” deriva dal greco “Tri-nesos” che significa tre isole e richiama la configurazione topografica del territorio, che vede una zona bassa, a livello marittimo, del Pantano e della zona di Giammoro, quella mediana di Pace bassa, comprendente il pianoro che si allarga al di sopra dell’attuale cimitero del paese, e quella alta comprendente l’attuale centro abitato di Pace Superiore. Ogni zona aveva anche in passato caratteristiche sue proprie: quella dell’attuale Giammoro, si era andata sviluppando intorno al primitivo nucleo centrale del “Fondaco di lo Muto”; la parte mediana aveva il suo punto di riferimento e il suo piccolo centro vitale nel Baglio feudale, cortile interno chiuso da costruzioni per lo più magazzini, con l’ingresso munito di un pesante portone di legno; la terza zona, l’attuale Pace Superiore faceva probabilmente capo ad una torre, della cui esistenza si era perduta la memoria tra gli abitanti, ma che viene citata in alcuni libri Benedettini.

Questa torre fu probabilmente eretta ai primordi del periodo feudale molto prima che il feudo passasse ai Benedettini, e forse aveva funzione di difesa e vigilanza di questa parte della costa tirrenica.

I Benedettini la restaurarono adattandola a casa monastica per il personale incaricato della gestione del feudo. Essa servì anche da rifugio durante la rivoluzione di Messina (1674/78). Nei libri di amministrazione, questa casa monastica viene spesso designata col termine di “casina della torre”. Anche durante i moti politici del 1848 la casina monastica della torre divenne rifugio di profughi (religiosi e rivoluzionari).
Nel 1866, con la legge di soppressione delle Corporazioni religiose e dei loro beni, il feudo di Trinisi venne incamerato dal Demanio dello Stato; e venne messo all’asta in diverse riprese, quanto ancora apparteneva al soppresso Ordine Religioso. Dal Demanio, la casina della torre passò a Rosario Crimi e poi alla famiglia Pugliatti, divenendo Palazzo Pugliatti, che oggi profondamente trasformato, conserva tuttavia caratteristiche e strutture monastiche e tratti di muro della vecchia torre.
Il nome di Pace, fu attribuito al feudo di Trinisi e successivamente in modo esclusivo al suo casale e al paesino che si andava sviluppando, dagli stessi Benedettini, il cui ordine monastico ha come stemma il monogramma Pax.