Nicolò Pandolfo

Nicolò PandolfoNicolò Pandolfo, nacque a Pace del Mela il 16.09.1942, da Pandolfo Carmelo e Allegra Rosa Maria, primo di quattro fratelli. Trascorse la sua infanzia a Pace del Mela per poi “trasferirsi” a Giammoro dove il padre trovò lavoro come fattore dell’azienda agricola della famiglia Mastroeni. Frequentò le scuole elementari sussidiarie di San Filippo del Mela, nella frazione di Archi. Ad Archi frequentò fino alla quarta elementare andando poi a Pace centro per ultimare l’ultimo anno. Superato il primo “scoglio” delle scuole elementari, approdò alle scuole medie che allora si dovevano frequentare a Milazzo. Ultimate le scuole medie si iscrisse al liceo classico G. B. Impallomeni di Milazzo. Subito dopo aver conseguito brillantemente la maturità classica, scelse senza esitazioni, di iscriversi alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Messina.
Ancora studente divenne interno presso la clinica neuorochirurgica dell’Università di Messina diretta dal Prof. Conforti (lì incontrò il Prof. Armenise, aiuto anziano del Prof. Conforti). Quando il Prof. Armenise fu chiamato a fare il primario neurochirurgo a Lecce chiese al Dott. Pandolfo di seguirlo. A Lecce Pandolfo rimase fino al 1975. In quell’anno stesso avvenne la svolta professionale decisiva. Il Prof. Romeo Eugenio Del Vivo, neurochirurgo di fama europea ed allievo di una delle più prestigiose scuole neurochirurgiche mondiali, quella di Zurigo, venne chiamato a creare e dirigere una nuova divisione neurochirurgica presso l’Ospedale Riuniti di Reggio Calabria. Armenise e Del Vivo si conoscevano da vecchia data, così Armenise consigliò al collega di prendere nel suo staff e nella nuova struttura, il suo allievo preferito il Dott. Pandolfo, che diede in effetti un grande contributo alla realizzazione del costituendo reparto. Quando il Prof. Del Vivo andò in pensione, a tutti parve normale che la guida del reparto passasse al Dott. Pandolfo (anche se la sua posizione fu regolarizzata nel 1990). Purtroppo l’ambiente difficile in cui si trovò ad operare fu la causa indiretta della sua prematura e tragica scomparsa avvenuta il 20 marzo 1993 per mano assassina (ha lasciato la moglie, i figli Marco, Rita e Luca).